martedì 4 ottobre 2011

Hello Mathematical World!

Martedì 4 ottobre.

Rieccoci, pronti alla griglia di partenza per affrontare una nuova avventura. L'avventura di quest’anno ci porterà ad indagare le abilità di risoluzione di problemi. Queste ultime non sono utili solo in campo matematico, ma forniscono un apporto indispensabile per affrontare la vita di tutti i giorni: selezionare le informazioni, metterle in connessione logica, predisporre un’ipotesi risolutiva, testarla, comparare i risultati finali con l’ipotesi di partenza, sono tutte abilità che ci vengono richieste anche al di fuori della matematica. Uno degli strumenti che ci accompagnerà in questo viaggio sarà il "fantastico mondo di Iplozero". Tra le idee salienti che stanno alla base di questa applicazione troviamo, innanzitutto, il concetto di automa. Questo termine, nato nel 1700, rinvia, in accezione negativa, all’idea di organismo senza vita. Solo a partire dall’800 questa sua accezione viene rivalutata. Automa è un esecutore fedele di comandi ben dati.

Ma quale nesso c’è tra l’automa e Iperlogo?

Iperlogo nasce dal progetto Logo, risalente al 1968/69 e messo a punto negli USA, dal matematico sudamericano Symur Papert che ha introdotto questo concetto di automa nella didattica per bambini. Egli ha rivalutato il potenziale degli automi (poter eseguire chilometri di ordini e poter fare moltissime produzioni utilizzando soltanto pochi ordini ripetuti) per mettere a punto uno strumento nel quale, un po’ come accade negli odierni giochi di ruolo, chi “gioca” possa “insegnare” all’automa Tarta, protagonista digitale. In tale modo il bambino, che dirige come un burattinaio la marionetta Tarta, affronta un percorso che gli “insegna” come si impara.


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