martedì 11 ottobre 2011

Iplozero e i colori

Martedì 11 ottobre.

Il linguaggio Iplozero nasce dal progetto Logo, il quale a sua volta viene messo a punto negli anni ’60 del secolo scorso, negli Stati uniti. Per una migliore comprensione é importante considerare il clima culturale nel quale esso prende forma e vita. Negli anni ’60, negli Usa si contrapponevano due correnti psicologiche: da una parte il pensiero di Skinner e dei suoi sostenitori, dall’altra le idee di Piajet. La teoria di Skinner sul Condizionamento Operante e del rinforzo positivo, afferma che, con il programma opportuno, si può insegnare qualsiasi cosa a chiunque . Questa idea è alla base di quella che viene definita Istruzione programmata e delle Macchine per insegnare. Conseguenze queste che hanno portato alla risposta dei piajetiani che rimarcano come alcune conoscenze non possano semplicemente essere travasate nelle menti, ma debbano essere strutturate nel soggetto che apprende. Il progetto di Papert, muovendo da questa concezione, si propone allora di “insegnare ai bambini non la matematica, ma a diventare essi stessi matematici”. Questo significa affermare che è importante sviluppare non tanto dei contenuti, quanto la curiosità e la comprensione profonda. Ad esempio secondo il metodo di impostazione piajetiana non è tanto importante insegnare le tabelline, quanto portare alla scoperta della moltiplicazione, di cui poi le tabelline sono una conseguenza naturale. Le teorie degli anni ’80 rimarcano come l’apprendimento vero deve essere consapevole e questo valorizza il linguaggio Logo, in quanto strumento per costruire consapevolmente le conoscenze. Inoltre tale linguaggio consente la valorizzazione dell’errore, che consiste nell’avvicinarsi alla verità, come fanno anche gli scienziati. Il fatto di sbagliare fa parte della conoscenza scientifica.
Dopo aver ripreso alcuni concetti teorici indispensabili per poter comprendere la logica riguardante il mondo di Iplozero è giunta l’ora di avventurarsi nel suo universo e di provare a sperimentarne le funzioni e le potenzialità. Uno degli esercizi di partenza riguarda la creazione dei colori.

I colori sono uno degli aspetti, come accennato anche nell’articolo precedente, che è in grado, con un semplice tocco, di cambiare completamente faccia alle nostre produzioni. Immaginare un lavoro creativo senza la possibilità di giocare con sfumature e colori, è un po’ come pensare ad un mondo tutto in bianco e nero. Ma come funzionano i colori?
Iplozero ci consente di scegliere tra ben 16 000 000 colori. Ogni colore è definito da una sua specifica carta di identità che è costituita da tre parametri, espressi numericamente, che indicano rispettivamente: la quantità di rosso, la quantità di verde e la quantità di blu necessari per ottenere quella determinata gradazione. Per ciascun colore la quantità è compresa tra 0 e 255, dove zero equivale all’assenza di quel colore e 255 al colore puro. Tutti i parametri intermedi determinano gradazioni a loro volta intermedie.

Per cui per inserire il rosso dovremo immettere i seguenti parametri [255 0 0]; per il verde [0 255 0], mentre per il blu [0 0 255].

Se per esempio vogliamo ottenere il giallo i valori da digitare saranno: [255 255 0]. La formula [0 0 0], invece, è quella che esprime il colore nero, mentre la scritta[255 255 255] identifica il bianco.

Adesso ci si può sbizzarrire a trovare il proprio “colore del cuore”!

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